La Parola: Gli amboni della Cattedrale di Salerno

L’Exultet

L’Exultet

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I rotoli liturgici illustrati dell’Exultet, rientranti nell’area culturale “beneventano – cassinese”, sono caratterizzati dalla disposizione delle figure poste in modo inverso rispetto allo scritto e strettamente collegati alla Veglia pasquale. Dall’alto dell’ambone, dopo aver acceso il cero e la processione del Lumen Christi, il diacono proclama l’Exultet. Nel medioevo i fedeli potevano seguire il rito attraverso le figure presenti sul rotolo. A differenza di quel momento storico il supporto scrittorio è cambiato, così come parte dei testi, ma diversi gesti sono i medesimi di quelli miniati sui documenti membranacei.

L’Arcidiocesi di Salerno conserva presso il Museo diocesano il prezioso rotolo dell’Exultet proveniente dalla Cattedrale. Risalente alla metà del secolo XIII, è composto da undici sezioni di cui dieci figurate. Due gli interventi di restauro effettuati nel 1917-1918 e nel 1989. In particolare, l’ultimo restauro ha eliminato alcuni elementi aggiunti nel tempo. Le diciotto illustrazioni sono disposte due per sezione. Una cornice delimita i singoli riquadri. Questa è su fondo oro a cerchi alternativamente rossi ed azzurri nei quali è iscritto un romboide. Gli studi sul rotolo hanno evidenziato la somiglianza stilistica tra il motivo della cornice ed i dipinti parietali presenti nei locali ipogei di Santa Maria de Lama, a testimonianza dell’influenza che le miniature ebbero sulla cultura figurativa salernitana alla metà del secolo XIII.

Le scene riprodotte rientrano tra quelle canoniche. Un richiamo all’attuale Veglia pasquale è ben riscontrabile nella “Consegna del rotolo” da parte del vescovo al diacono per la successiva proclamazione, “L’accensione del cero” e da “Fratres carissimi” in cui il diacono esorta alla preghiera. Questi momenti sono parte della celebrazione liturgica attuale ma che, a bene vedere, sono i medesimi di un rito millenario.

Osservando l’Exultet salernitano si nota l’assenza di testi. All’ipotesi che fosse privo di scrittura dall’origine è da preferire l’eliminazione di queste parti a seguito del suo deterioramento. D’altronde si ha testimonianza di una sua ostensione sino al primo quarto del Novecento, proprio in occasione delle celebrazioni pasquali.

Ulteriori studi sull’Exultet hanno permesso di evidenziare gli scambi artistici e culturali tra Campania e Sicilia. In particolare, nei mosaici dell’abside meridionale della Cattedrale sono raffiguranti San Michele arcangelo, San Matteo seduto su un trono con ai lati i Santi Giacomo, Lorenzo, Fortunato e Giovanni.

L’esecuzione artistica va collocata cronologicamente al terzo quarto del secolo XIII e commissionata da Giovanni da Procida, nobile salernitano e gran dignitario della corte sveva.

Sulla realizzazione dell’Exultet da parte di un unico artista non sembrano esserci dubbi. Dibattuto è, invece, lo sciptorium di provenienza. Se la vicinanza con l’abbadia di Cava lascia propendere per quella sede non è da escludere la stessa Salerno, in cui la tradizione era presente.

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