Il XXI secolo e il covid
Ex voto di Giovanni Rossi
Ex voto di Giovanni Rossi
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Per quanto apparentemente lontano dai percorsi più battuti dall’arte contemporanea, ancora oggi sono numerosi gli artisti che si confrontano con questo tema. Fra essi c’è il giovane artista bresciano Giovanni Rossi, vincitore della terza edizione del Premio Paolo VI per l’arte contemporanea, che per il progetto MAB 2022 ha proposto un approfondimento sulla sua opera Ex- Voto.
L’installazione consiste in una serie di sette vacche in bronzo, fissate alla parete e distanziate le une dalle altre di 20 cm. Il numero sette è ricco di simbologia: oltre ad essere il numero dei giorni della creazione è anche il numero degli anni di abbondanza e di carestia che colpirono l’Egitto. L’episodio fa parte della storia di Giuseppe presente nella Genesi. La piccola mandria diventa così metafora della comunità umana o meglio dell’intera umanità che ha una direzione in quel suo cammino nel mondo e che è chiamata a riconoscersi come dono di Grazia.
«É stato sorprendente– spiega Rossi – trovare nel complesso mondo degli ex voto anche la presenza dell’immagine del bovino, molto probabilmente erede di una devozione contadina. L’opera Ex voto nasce come contraltare rispetto al lavoro ispirato al vitello d’oro. Se nell’opera Mi farò un dio d’oro l’immagine della mucca diventa il dio da venerare, in Ex voto non diventa il fine della preghiera ma semmai l’immagine attraverso la quale si ringrazia Dio per la Grazia ricevuta».
Quest’opera è stata presentata nell’ambito della mostra personale allestita presso la Collezione Paolo VI – arte contemporanea di Concesio dal 17 settembre al 17 dicembre 2022. Sei opere che ruotano intorno ai temi della spiritualità e della ricerca di un senso nascosto nelle cose, declinati e rappresentati mediante linguaggi diversi come la scultura, la pittura, la fotografia, lʼinstallazione e il video, sempre partendo da un oggetto o uno stimolo quotidiano per spingere alla riflessione sullʼoltre e allʼincontro con la dimensione della fede. Centrale è il colore blu, da sempre nella storia dellʼarte richiamo a una dimensione metafisica, che si declina nelle sue diverse tonalità prendendo forma in composizioni di volta in volta rinnovate. Nelle sue opere si intrecciano visibile e invisibile, immagine e sua astrazione, allʼinterno di un processo di avvicinamento al concetto di limite e superamento, in cui la visione invita a un silenzioso atto di contemplazione, in cui il tempo si fa eterno.
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