Visita virtuale delle sale storiche
Camera dell’Udienza
Camera dell’Udienza
La camera detta dell’Udienza in passato svolse un importante ruolo istituzionale all’interno del palazzo, perché fu utilizzata dall’Arcivescovo come sala di ricevimento. Le pareti laterali, dipinte di verde nel 1783 dal decoratore Pietro Larucci – pagato il 12 giugno del 1783 e successivamente supplito da Giovanni Guidetti “a dipingere a guisa di parato la camera dell’udienza”, come registrato nelle Entrate e uscite, n. 64, a p. 321 e nel registro dei Debitori e creditori, n. 29 a c. 31) – ospitano oggi quadri di diversa provenienza: sopra le porte sono state recentemente collocate 4 tele con le storie dei santi Cosimo e Damiano, provenienti dall’omonima chiesa distrutta dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale e ricoverate come recuperi bellici nei depositi della Soprintendenza; al centro delle pareti campeggiano quadri già da tempo presenti nel palazzo: Giuditta e Oloferne, copia seicentesca dell’originale di Cristoforo Allori (secc. XVI-XVII) conservato a Palazzo Pitti, il Sacrificio di Isacco, copia ottocentesca dell’opera di Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma (sec. XVI) esposta nel Duomo di Pisa e la tavola cinquecentesca raffigurante la Madonna in trono con Gesù bambino e i santi Pietro e Paolo, oggi in restauro e sostituita da un dipinto proveniente dalla chiesa di Mezzana.
Il caminetto in marmo, presente nella sala, è caratterizzato da una mostra dipinta ad affresco monocromo raffigurante San Paolo che brucia i libri pagani (il rogo avvenne ad Efeso nel 54 d.C.). Al vertice, un ovale conclude la composizione con il ritratto di papa Pio VI (sec. XVIII). Il dipinto murale fu realizzato da Giovan Battista Tempesti, mentre la mostra fu eseguita da Pietro Larucci negli anni Ottanta del XVIII secolo (il 19 maggio 1783 Giovanni Battista Tempesti viene pagato per “un ovatino rappresentante il Sommo Pontefice e un basso rilievo a chiaro scuro rappresentante San Paolo, fatto sopra il caminetto della Stanza dell’Udienza”, ASDP, Mensa arcivescovile, Entrate e uscite, n. 64, p. 318. In data 11 maggio 1780 si registra il pagamento a Pietro Larucci per “aver dipinto la facciata del caminetto nella camera dell’udienza e aver ritoccate le pitture nell’anticamera”, ASDP, Debitori e creditori, n. 29, c. 31).
La volta ospita il vivace affresco del Tempesti raffigurante il Trionfo delle Virtù (1782-1783), introdotto dallo sfondato architettonico di Mattia Tarocchi (ASDP, Debitori e creditori, n. 29, c. 31: il 10 marzo 1783 viene pagato per “pitture di architetture fatte dal medesimo nella stanza dell’udienza”). Il cielo, affollato di personaggi allegorici, inscena la pacifica vittoria delle Virtù sui Vizi ed invita lo spettatore a soffermarsi sull’immagine della Fede e sulla rappresentazione delle insegne arcivescovili.
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