FESTE E TRADIZIONI NELLA DIOCESI DI LANCIANO - ORTONA
FONTI E TESTIMONIANZE Le testimonianze artistiche delle feste
FONTI E TESTIMONIANZE Le testimonianze artistiche delle feste
La solennizzazione del culto alla Madonna del Ponte e l’istituzione delle Feste di Settembre lancianesi sono fortemente legate ad un ampio processo di diffusione dell’iconografia della Madonna del Ponte, tanto su libretti devozionali, incisioni e fogli a stampa quanto su ex voto e dipinti.
Tra le richieste prescritte dal Capitolo della Basilica Vaticana per avviare l’iter canonico dell’incoronazione vi era quella della realizzazione di un’immagine della Madonna del Ponte da riprodurre su carta e su seta in copie sufficienti per farne dono ai Canonici e ai Beneficiati del Capitolo: per la realizzazione del disegno fu incaricato nel maggio del 1829 il pittore napoletano Gaetano Gigante (allievo di Giacinto Diano), mentre l’incisione su lastra di rame – propedeutica alla stampa – fu realizzata da Carlo Biondi, secondo quanto attestato da un atto rogato il 17 giugno 1829.
Nella seconda sala del Museo Diocesano di Lanciano – dedicata alla venerazione della Madonna del Ponte – sono conservate testimonianze artistiche di fondamentale importanza per lo studio del culto alla Santa Patrona lancianese: il Tesoro della Madonna del Ponte, paramenti in seta e fili doro, ex-voto e dipinti recanti l’iconografia dell’Incoronazione di Maria.
Realizzati con tecniche diverse su svariati supporti, i due ex-voto dipinti (XIX-XX secc.) collocati all’ingresso della sala e pertinenti in origine alla galleria laterale della Cattedrale, documentano la costante venerazione nei confronti della Madonna del Ponte, raffigurata sempre al centro e svettante sugli episodi di vita quotidiana narrati nei manufatti.
Al centro della sala spiccano per importanza l’ampia teca del Tesoro della Madonna del Ponte – con corone da statua in argento sbalzato e cesellato, vesti in seta con ricami in oro del XVIII e XIX secolo, gioielli ex-voto in oro, argento e gemme – e il modello in tre tele per la decorazione ad affresco della cupola della Cattedrale di Lanciano, raffigurante l’Incoronazione di Maria e realizzato nel 1788 dal pittore napoletano Giacinto Diano. Del ciclo affrescato, deterioratosi già dal 1830, restano due soli frammenti (con le teste di Dio Padre e del Re Davide), staccati nel 1847 ed esposti ai lati delle tele come uniche testimonianze superstiti dell’originaria decorazione campita nella cupola della cattedrale lancianese.
I numerosi inni e componimenti musicali scritti da Innocenzo Gambescia con musiche di Francesco Masciangelo testimoniano, infine, l’incessante attività musicale avviata a Lanciano a partire dal 1833 per la coronazione di Maria SS. del Ponte e per le sue ricorrenze.
Le Feste del Perdono di Ortona sono state da sempre accompagnate dalle raffigurazioni dell’Apostolo Tommaso.
Ove si prescinda dall’immagine scolpita sulla lapide che copriva la tomba dell’Apostolo a Chios attualmente conservata nella Cripta, le più antiche raffigurazioni di San Tommaso a Ortona risalgono all’età moderna e si ispirano al noto episodio dell’incredulità come i dipinti di Luca Fornaci del 1583 o di Giuseppe Lamberti del 1731, mentre Tommaso Alessandrino nel 1612 ritrasse San Tommaso con la croce e la squadra in atto di benedire.
Dal 1800, seppur con qualche eccezione come le opere di Tommaso Cascella o Stefano Durante, ispirate all’episodio evangelico dell’incredulità, le raffigurazioni dell’Apostolo ricordano soprattutto il particolare legame tra San Tommaso e Ortona e mostrano il Santo che benedice e protegge la città o la traslazione delle sue reliquie dall’isola di Chios.
Ne è testimonianza la cappella dedicata a San Tommaso all’interno della Cattedrale: al suo interno l’altare, ricostruito nel 1958 su progetto dell’architetto Alfredo Cortelli de L’Aquila, custodisce il Busto d’argento di San Tommaso, contenente una reliquia dell’Apostolo, realizzato dalla Fonderia Pani di Napoli nel 1800 in sostituzione di quello più antico trafugato dai Francesi nel 1799 e di cui si conserva anche il modello ligneo all’interno del Museo diocesano. Nel tiburio sono presenti sette formelle rappresentanti Scene della vita di San Tommaso, dietro e a destra dell’altare dipinti di Tommaso Cascella con l’Incredulità e il Martirio, le vetrate e due pannelli in ceramica, sempre dello stesso autore, che rappresentano rispettivamente Leone che consegna le reliquie all’abate Iacovo, La partenza delle galee ortonesi da Chios (11 agosto 1258) e L’arrivo ad Ortona (6 settembre 1258).
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