Le Chiese di San Giovenale
La Chiesa della Madonna dei Campi
La Chiesa della Madonna dei Campi
La Chiesa di Madonna dei Campi sorge a due chilometri dalla città di Fossano verso nord, a poca distanza dal Santuario di Cussanio e fu questo il luogo dove ebbe origine il culto a San Giovenale.
Questa chiesa, la cui fondazione possiamo far risalire alla fine del XI secolo – inizio XII secolo, faceva parte della giurisdizione ecclesiastica del Borgo Romanisio e della sua collegiata. Detta in passato anche Madonna di Fraschea o del Lago, fu probabile dipendenza dell’ Abbazia di Santa Maria di Pinerolo e la sua fondazione fu opera dei monaci Benedettini che la vollero edificata su un territorio pervenuto in dotazione all’Abbazia. Nei secoli seguenti fu data in commenda all’ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, poi Cavalieri di Malta. La chiesa, uno dei rarissimi esempi di architettura romanica tutt’ora esistenti sul nostro territorio, conserva della costruzione originale una parte dell’aula e la bella abside scandita da quattro lesene con sei archetti pensili e peducci. Nel 1578 la chiesa fu in parte ricostruita con il rifacimento del tetto e della facciata, gravemente danneggiati nel corso delle guerre franco-imperiali. Nella seconda metà del ‘700 si edificò il portico a tre campate e si provvide a dotare l’aula di volta a botte. Purtroppo negli anni la chiesa subì furti e ruberie fino a risultare quasi completamente spoglia dei suoi arredi, ma fortunatamente le numerose tavolette ex voto, esposte al suo interno e due tele settecentesche che ricordano due episodi della vita di San Giovenale furono a suo tempo messe al sicuro. Queste tele, opportunatamente restaurate, ora fanno parte della collezione del Museo Diocesano. Nel corso dello stacco delle tele dalle pareti venne alla luce un frammento di affresco quattrocentesco che rappresenta la figura di un Santo Vescovo. Il Santo con la mano destra è intento a benedire mentre con la sinistra impugna il pastorale, un pastorale per la verità alquanto singolare che risulta essere senza il “bastone” ma formato dal solo riccio con una breve impugnatura. Si tratta verosimilmente dello staffile che contraddistingue l’iconografia di Sant’Ambrogio, poi modificato in pastorale, e questo induce a pensare che sul territorio di Fraschea fosse un tempo diffuso il culto al Santo milanese la cui immagine sia stata poi ritoccata per trasformarla in quella di San Giovenale.
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