Narrazioni artigiane: un filo di voci per valorizzare i tesori diocesani di Altamura
Il pittore racconta: colori artigiani che danno senso alla bellezza
Il pittore racconta: colori artigiani che danno senso alla bellezza
Non so bene chi siate, ma so chi sono io e cosa ho realizzato di importante per la città di Altamura.
Preferisco quindi chiarire subito: se pensate di trovare tra queste righe consigli su come diventare pittori in pochi minuti, non ci sto; non ci si improvvisa artisti da un giorno all’altro!
Se però siete qui per comprendere come trasformare la vostra fede in qualcosa di bello o capire come guardare un dipinto per esprimere un ringraziamento, beh … Allora credo che stiate per leggere la cosa giusta.
Un po’ di esperienza in tal senso ce l’ho, e la tela di Sant’Irene Martire, che potete vedere nel museo diocesano di Altamura, ne è prova concreta: non si tratta solo di un mio esercizio pittorico, ma l’espressione di un desiderio che avevo nel cuore: voler trasmettere a tutti i cittadini di Altamura un senso di serenità, di protezione, di fiducia e anche di gratitudine nei confronti di una Santa che ci protegge dai danni di temporali e tempeste.
Quando ho iniziato a dipingere la tela, Sant’Irene era già patrona della città Lecce e, dal 1728, era diventata patrona minore di Altamura. Erano anni in cui furiosi temporali si abbattevano spesso sulla città, sulla cattedrale, sulle case della povera gente. Gli altamurani, ma anche io, eravamo terrorizzati. Solo la devozione alla martire Irene aveva – di fatto – allontanato il pericolo!
Riuscite ad immaginare quanta commozione ci sia dietro ogni colore mescolato e dietro ogni mia pennellata? Comprendete quante preghiere ci sono nei lineamenti della santa, che con il braccio destro respinge dei nuvoloni scuri e minacciosi da cui fuoriescono fulmini terrificanti di colore rosso acceso? Immaginate la gioia che vogliono trasmettere quegli angeli che reggono la corona e la palma del martirio della santa?
È questo che ho cercato di comunicare e rendere leggibile agli altamurani di allora, come a voi ammiratori di oggi!
Si, con questa tela volevo rivolgermi a tutti: ai cittadini di Altamura, a quelli dei comuni limitrofi, ai turisti che vengono da lontano, ai visitatori casuali, a voi lettori sul web che, senza volerlo, puntate virtualmente il vostro sguardo sulla mia tela, ma anche sulle altre presenti nel museo diocesano, come quella della Madonna degli Angeli o di Sant’Antonio da Padova, ancora più antiche della mia.
Nella mia vita ho sempre fatto il pittore, l’artista. Sapevo fare solo quello. Sono stati i miei strumenti del mestiere a farmi comprendere che, dando colore ad una tela neutra, potevo comunicare a tutti le sfumature della vita, le possibilità che ci sono oltre il bianco e il nero che spesso ci limitiamo a guardare.
La devozione è una di queste possibilità che io vi suggerisco di cercare quando siete dinanzi ad un’opera pittorica come la tela di Sant’Irene.
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