Il XIX secolo e il colera
Il voto alle Sante Croci e il Triduo
Il voto alle Sante Croci e il Triduo
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Il voto alle Sante Croci e le celebrazioni per il suo scioglimento
Nell’imperversare della malattia la città espresse un voto solenne il 22 giugno 1836 per “onorare con istraordinaria funzione le SS. Croci che si conservano divotamente nella nostra Cattedrale onde ottenere da Dio misericordioso la cessazione della serpeggiante malattia”.
Per trovare scampo all’epidemia e invocare la clemenza divina si ricorre alla Reliquia insigne e alla Croce del Campo che sono espressione e sostanza dell’identità cittadina in tutte le sue componenti: quella religiosa e di fede, quella comunitaria e civile.
Il voto solenne venne sciolto nel maggio 1837 con un triduo di celebrazioni che, nella sua complessa e ricca articolazione, esprime il sollievo per la fine dell’epidemia e per lo scampato pericolo.
L’ordine delle funzioni, il cerimoniale, il ruolo di tutti i partecipanti furono dettagliatamente pianificati così come la musica che ebbe un ruolo fondamentale nelle celebrazioni.
Nel “Programma delle solenni funzioni da farsi in onore delle Santissime Croci in adempimento al pubblico solenne voto espresso dalla congregazione municipale” si legge: […] per le sopra indicate funzioni vengano stabiliti i giorni 8,9 e 10 maggio 1837. La funzione comincerà dai vespri di domenica 7 maggio e terminerà colla solenne processione che si farà il giorno 10 maggio dopo la messa solenne […]. Con un rituale ormai consolidato fin dal Medioevo, Il triduo si aprirà con […] il solenne trasporto delle Santissime Croci dalla Vecchia alla Nuova Cattedrale ove si farà l’esposizione di essa […] sull’altare maggiore e alla presenza di due confratelli delle Sante Croci che avevano il compito di onorale debitamente e di custodirle.
La processione con la Reliquia Insigne tocca i luoghi rappresentativi della città, della sua storia e della sua identità: dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta si dirige al Palazzo del Broletto che fin dal medioevo era la sede delle istituzioni di governo, poi alla chiesa di San Faustino in riposo dove le devozione per le Sante Croci ha avuto inizio. Prosegue attraversando alcune delle vie commerciali e produttive più importanti della città: Corso Orefici (attuale corso Mameli) che ospitava anche il Palazzo della Mercanzia e il cosiddetto Corso dei Parolotti (attuale corso Zanardelli) che era qualificato dalla presenza delle botteghe in cui si lavorava il rame per farne contenitori. Infine la processione rientra in Cattedrale per restituirle la Reliquia Insigne. I proprietari delle case che affacciano sulle strade della processione vengono invitati a ornare convenientemente le loro abitazioni e i partecipanti a portare candele e torce.
Alla processione presero parte fedeli della città e dei sobborghi, tutto il clero della città, parroci di campagna, rappresentanti delle autorità civili e militari, delle corporazioni, degli istituti di assistenza e i bambini delle scuole elementari, agli “angelini” per i quali si trova anche il pagamento per le 200 ciambelle “dispensate ai Ragazzini che han figurato in qualità di Angeli”. Vi sono anche il “coro di cantori”, la “banda militare con truppa che la fiancheggia” nonché la “truppa a cavallo che chiude la processione”. Vennero assoldati anche dei militari per mantenere l’ordine durante la processione e in cattedrale.
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