Le Madonne di Antonello Gagini e della sua scuola nella Diocesi di Caltagirone

La Madonna della Catena

La Madonna della Catena

Antonello Gagini (1478-1536) maestro della scultura siciliana, realizzò presumibilmente nel 1532, per la chiesa di Santa Maria di Gesù in Caltagirone, secondo quanto ci ricorda Gioacchino Di Marzo, un «simulacro stupendo di cui fino adesso non trovasi alcun vero documento, che ne chiarisca l’origine, soltanto è certo che fu fatto a pubbliche spese di quella città, di cui vi si vedon le armi in due scudi dai lati del piedistallo: oltreché ancor chiaro risulta che lo si volle intitolato alla Madonna della Catena pel bassorilievo centrale dappiè scolpitovi in fronte, rappresentando il prodigio de’ tre liberati dalle forche per grazia della Diva al tempo di re Martino in Palermo, secondo la nota leggenda».

L’opera è posta nella quarta cappella del lato sinistro della navata, intitolata alla Madonna della Catena. Venne disegnata dall’architetto catanese Francesco Battaglia nel 1766, su incarico della città di Caltagirone, che ne finanziò la costruzione.

Gioacchino Di Marzo non aveva dubbi in merito all’appartenenza dell’opera alla chiesa di Santa Maria di Gesù dei Frati Minori Osservanti di Caltagirone, «essendovi dall’una banda del detto bassorilievo il Serafico genuflesso in atto di ricever le stimmate, e dall’altra in piedi S. Antonio di Padova, mentre la cappella, in cui si trova la statua, è ivi ab antico di patronato di quel comune. Quivi intanto è un cotal carattere di pietà, di purezza celeste e di sovranaturale bellezza nel volto di Nostra Donna, un far di tanta vivacità e grazia nel divin putto ignudo, che benedice con la destra ed ha un uccellino nell’altra, un tale attraente effetto di posa, di atteggiamento e di linee e più che altro una tal finezza e perfezione stupenda di arte cosi nel tutto, che nelle singole parti, da non potersi tale opera che ascrivere al sommo Antonello, siccome la tradizione del luogo del pari attesta».

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