I percorsi processionali
Chiese, cappelle e piloni votivi
Chiese, cappelle e piloni votivi
Già nell’antichità vi erano segni di riferimento alle divinità in punti importanti per la vita della comunità, posti sotto la protezione divina. Anche la comunità cristiana sviluppò una rete di segni religiosi a protezione dei paesi, segnandone gli accessi con richiami a Dio, a Gesù Cristo ed ai suoi santi, innalzando croci, edicole o cappelle. Più che luoghi di culto comunitario questi erano richiami per entrare in pace nel paese o per intraprendere con fiducia un viaggio in uscita da esso.
Con la fioritura delle confraternite medievali e il loro rilancio in epoca barocca alcuni di questi segni sacri ai bordi dell’abitato divennero mete abituali delle processione animate da tali sodalizi. E le confraternite si fecero promotrici della costruzione di cappelle processionali, dove non c’erano.
Con il Seicento quasi ogni paese del cuneese fu avvolta da una rete di santi. In pianura e nelle conche alpine di più ampio respiro la cappelle erano disposte a croce sugli assi principali dell’abitato; nelle valli esse si ridussero a due, a monte e a valle della strada di maggior comunicazione. Possono essere esempi emblematici per la pianura la parrocchia di Castelletto Stura, anche se aveva solo tre cappelle, essendo collocato sul ciglio del grande solco del fiume Stura, e Vernante per le valli; quest’ultimo paese godeva pure di un terzo percorso verso un santuario locale, posto all’inizio di un vallone laterale.
Le cappelle o i semplici piloni che fungevano da meta processionale avevano una loro struttura ed iconografia riconoscibile per le popolazioni. Le strutture più vicine all’abitato erano semplici, dedicate alla Madonna o a santi familiari, come sant’Anna, san Giuseppe. Quelle poste ad una certa distanza dal paese, potevano caratterizzarsi o in funzione di meta processionale delle confraternite con prevalenza di titolo e decorazione riferentesi alla Croce, o erano dedicate a santi protettori contro le epidemie, come san Rocco, san Sebastiano, san Lazzaro. Queste cappelle erano per lo più precedute da un porticato, in cui era possibile sostare in caso di cattivo tempo; e qui erano allestiti i posti di guardia per impedire l’accesso di estranei al paese in tempo di pesti. Se si trattava di piloni, le facciate dipinte rispettavano un certo ordine: verso l’abitato vi era la figura del santo patrono, verso l’esterno uno dei santi difensori dalla peste, verso la campagna un santo patrono dei campi come san Grato o san Magno.
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