La prima visita pastorale di un vescovo di Pinerolo alle parrocchie della Val Noce avviene nell’ottobre 1818 e a margine di essa mons. Bigex scrive che si è trattato di “ottimi acquisti per la diocesi”. Mons. Rey, in visita nel 1825, conferma quanto scritto dal suo predecessore: “Una delle più consolanti visite è quella fatta a Cantalupa, Frossasco e Roletto: tutto appare in ordine e i fedeli rispettano tutte le leggi della Chiesa”. Giudizi simili ritorneranno nelle visite degli altri vescovi: sembra dunque che il luogo fosse percepito come particolarmente felice, sia dal punto di vista naturale sia da quello sociale.

Per arrivare ai giorni nostri, il vescovo Derio Olivero nel breve video che proponiamo, sottolinea ancora una volta la bellezza di cui siamo circondati, bellezza parlante, che noi uomini moderni cogliamo con difficoltà per l’affanno del tempo in cui viviamo. L’abbraccio simbolico che ci accoglie entrando nella valle, ci riconcilia innanzitutto con la Natura e poi con la parte più intima e spirituale del nostro essere e ci aiuta ad alzare lo sguardo in alto, alle cime, così che anche i nostri desideri e i nostri pensieri si elevino e arricchiscano il nostro quotidiano di “altro” rispetto alle esigenze del qui e ora. Sentirsi all’interno di qualche cosa di più grande di noi, di vivo, come una valle, un bosco, imbattersi nelle opere d’arte che ci hanno lasciato i nostri predecessori, alzare gli occhi al cielo e sentirlo vivo anch’esso, abitato e non vuoto, è un’esperienza potente che ci riconcilia con noi stessi e con Dio.

Avvolti nella bellezza del creato possiamo sentire che c’è di più oltre il visibile, c’è un tempo dilatato che comprende il passato e il futuro, ed è nostro l’impegno nel conservare e tramandare la terra e le opere alle generazioni che verranno.