Analisi di uno stato delle anime
Parrocchia di Sant’Agostino in Como. Lo stato delle anime del 1778
Parrocchia di Sant’Agostino in Como. Lo stato delle anime del 1778
Nota storica
Fin dalla fine del secolo XIII (forse già nel XII secolo, ma non vi sono documenti) risulta una chiesa nel borgo di Coloniola, antico toponimo del borgo di Sant’Agostino, sicuramente chiesa parrocchiale, con il nome di Sant’Antonino martire, intorno alla metà del Quattrocento.
Dopo la soppressione degli Eremitani di Como, l’arciprete di Sant’Antonino ottenne la chiesa del monastero di Sant’Agostino per uso della comunità, entrandone in possesso l’11 dicembre 1772 e ponendo la parrocchia sotto il titolo dei Santi Antonino e Agostino.
L’antica chiesa fu ceduta a privati e nel corso del secolo successivo andò perdendo l’originaria struttura, tanto che oggi di essa non resta pressoché nulla.
Il borgo, abitato prevalentemente da pescatori, barcaioli, artigiani e lavandaie, subì una profonda trasformazione a partire dalla seconda metà dell’Ottocento – quindi, dopo lo stato delle anime preso in considerazione –, trasformazione che ha interessato sia il territorio, con l’interramento delle rive per ampliare la superficie abitabile, sia la rete viaria, con tra l’altro il nuovo tracciato che porta fuori da Como sino a Bellagio, sia gli edifici, in particolare ville signorili sul lungo lago e costruzioni là dove sorgevano gli orti intorno al convento di Sant’Antonio (per avere un’idea si veda lo sfondo del panorama di Como, foto 2).
Analisi
- Foto 5 e 6. L’indicazione relativa ai luoghi abitativi permette di formulare alcune considerazioni, chiaramente da confermare con altre fonti, sulla condizione sociale della popolazione di un territorio.
Lo si evince dal confronto, a titolo di esempio, tra i due stati delle anime presi in esame in questo percorso (va ricordato però che i due documenti si collocano a un secolo di distanza e, quindi, occorre non trarre conclusioni senza ulteriori verifiche): se nella parrocchia di San Nazaro la maggior parte delle famiglie risiedeva in abitazioni proprie – non vi sono, tra l’altro, case di enti ecclesiastici o civili –, al più affittando una parte ad altre famiglie, nel borgo di Sant’Agostino alla fine del Settecento solo qualche nucleo familiare era proprietario di un alloggio, per il resto le case appartenevano a un ristretto numero di persone, per lo più non residenti in Sant’Agostino.
L’arciprete e il vicario, che dimoravano nella canonica, possedevano case di famiglia, date in affitto, così come risultano abitazioni di proprietà di enti, quali le confraternite della parrocchia, l’ospedale cittadino e il seminario fondato dal canonico Giovanni Giacomo Benzi, che nel 1646 aveva lasciato in eredità a tale scopo la propria casa. - Foto 4, 5, 6. L’altro dato di grande interesse a proposito delle abitazioni riguarda i toponimi presenti.
Scorrendo le pagine dello stato delle anime di Sant’Agostino, si ritrovano denominazioni quali «alla Prudenziana», «la Moia», «al Pra», «al Borgo di sotto», «all’Osteria», «alla Ripa», «al Vo», «al Borgo di Sopra», «in Borgo», «alla Noseta», «alla Valle», «al Campello», «al Sasso», «al Carescione», «a Geno».
Nomi in parte scomparsi a seguito delle trasformazioni avvenute a partire dall’Ottocento e, quindi, non più rintracciabili (non dicono nulla neppure ai residenti di oggi); nomi assai noti o per l’importanza del transito, come la via Prudenziana, o perché tra i luoghi più belli della città, come villa Geno.
Altri sopravvissuti, ma sconosciuti ai più, da ricercare ripercorrendo a piedi le antiche strette vie, ormai secondarie, come la salita “della Nosetta”, che porta a una cappella costruita nel Settecento, una delle “stazioni” della processione che si svolgeva in particolare per invocare la fine di epidemie.
REPERTORIO DEGLI STATI DELLE ANIME NELL’ARCHIVIO STORICO DELLA DIOCESI DI COMO
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