Dal loculo all’altare: un viaggio alla scoperta delle reliquie catacombali nella diocesi di Novara
La venerazione dei corpisanti
La venerazione dei corpisanti
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Nella diocesi di Novara si riscontra una notevole presenza di corpisanti, capillarmente distribuiti in tutte le zone del vasto territorio, nei confronti dei quali ancor oggi esiste una devozione molto viva e praticata, sia nei piccoli paesi di montagna, sia nei borghi della pianura oggi urbanizzati. A partire dalla prime traslazioni organizzate dal Bascapè, per tutto il Seicento, proseguendo per i due secoli successivi e fino ai primi decenni del Novecento, furono decine i corpisanti che da Roma giunsero in diocesi. Durante il Seicento fu ancora l’iniziativa ecclesiastica che portò a numerose traslazioni di reliquie romane, facendosene promotori gli stessi parroci; nel secolo successivo fu invece l’intraprendenza della popolazione, singole persone o intere comunità, che procurò a diversi paesi nuovi santi da venerare, anche grazie alla collaborazione di emigranti che risiedevano in Urbe. Nell’Ottocento fu spesso per iniziativa privata, di personaggi locali illustri o facoltosi, sia religiosi sia laici, che si ottennero corpisanti per varie chiese o anche cappelle private. Comune rimase la motivazione di tali imprese: accrescere, con un così importante richiamo devozionale, il prestigio della propria chiesa, del proprio paese e del proprio casato, in una sorta di sacra competizione che opponeva comunità che possedevano reliquie romane a quelle che, loro malgrado, ne erano prive.
Esisteva una particolare concezione riguardo a questi nuovi presunti martiri così tanto ricercati: possederne il corpo, integrale o meno che fosse, conferiva al loro culto una caratteristica di esclusività. Il santo era proprietà di una specifica comunità, diveniva un potente intercessore da invocare in quello specifico contesto, non condiviso con altri che, proprio per la presenza dei suoi resti mortali, era recepito come maggiormente presente e vicino, soddisfacendo quindi più prontamente alle esigenze cultuali dei suoi devoti. Non deve quindi stupire che la devozione nei loro confronti abbia preceduto, in certe località, quella riservata ai precedenti patroni, di cui spesso non si possedevano reliquie, e che questi nuovi santi divennero sempre più una fondamentale, quasi indispensabile, componente della pratica religiosa delle comunità.
La diocesi di Novara è suddivisa in 6 vicariati
Visualizza in mappa la chiesa in cui è conservato un corposanto.
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