S. Eusebio e le leggendarie origini del Santuario
Il Sacello eusebiano
Il Sacello eusebiano
Sul lato sinistro di quella che viene denominata la ‘Basilica antica’ di Oropa poggia una grande masso erratico, ancor oggi visibile, che secondo la tradizione eusebiana servì come base per l’edificazione del primitivo Sacello di Eusebio che custodisce la statua lignea della Madonna Nera di Oropa. Il Sacello, datato dagli storici di Oropa tra l’VIII e il IX sec., fu consacrato da Ajmone di Challant intorno al 1295 ed è anche conosciuto come ‘chiesa primitiva’. Dopo la morte del Santo, a Oropa è testimoniata la sopravvivenza di un gruppo di eremiti eusebiani, che officiarono il sacello e la chiesa fino al XV sec. quando il santuario passò ufficialmente con bolla papale di Pio II sotto la giurisdizione del Capitolo di Santo Stefano di Biella. Esso venne successivamente inglobato nell’attuale Basilica antica costruita all’inizio del Seicento, nella quale oggi è custodita e venerata la Madonna Nera. La conservazione dell’antico Sacello fu voluta dal vescovo di Vercelli Giovanni Stefano Ferrero. Le pareti e la volta sono interamente affrescate con dipinti del sec. XIV, opera del Maestro di Oropa, rimasto ignoto. Di lui sappiamo che operò nel Battistero di Biella, nella vicina Valdengo (BI) e in area padana. Il ciclo degli affreschi che decorano il sacello è un omaggio alla Vergine e ad alcuni santi particolarmente venerati nel Biellese: Santo Stefano, patrono e titolare della Pieve di Biella, San Bartolomeo, Maria Maddalena e San Paolo Eremita. La porta lignea del Sacello, opera dell’intagliatore Carlo Francesco Auregio risalente al 1720 (anno della seconda secolare Incoronazione della Vergine) narra l’antica leggenda e ritrae centralmente sul lato interno la figura di San Luca intento a scolpire la statua e sul lato esterno quella di S. Eusebio che sovrintende alla costruzione del suo sacello.
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