Comunità educante

Comunità educante

della rete di musei, archivi e biblioteche ecclesiastiche. Laboratorio di idee

della rete di musei, archivi e biblioteche ecclesiastiche. Laboratorio di idee

Una comunità che educa ed è a sua volta educata per concorrere a costruire una vita pienamente riappacificata, dove il bene dell’uomo e la sua gioia diventano il timone per una progettazione pastorale culturale integrata che risponda a bisogni e desideri dei singoli e della comunità.

Di fronte ad una società sempre più frammentata e disorientata la proposta culturale della Chiesa cattolica non può che guardare e sostenere una progettazione orientata verso la generazione e la ri-generazione della società; la sfida che ci è posta dinanzi è quella di fare un salto di qualità per essere all’altezza di una società complessa, multietnica, pluralista, multireligiosa e multiculturale, con la quale condividere la ricchezza dell’annuncio evangelico e della tradizione che, grazie alla fede, ha prodotto arte e cultura.
In questo contesto, i beni culturali ecclesiastici sono chiamati ad essere protagonisti nel comunicare la bellezza in senso relazionale, non in un’ottica fine a sé stessa ma in rapporto aperto e dinamico verso la dimensione della catechesi, dell’ascolto profondo e attivo, generando così appartenenza, educazione di qualità, comunione e individuando e rispondendo ai bisogni delle persone. I beni culturali ecclesiastici quindi come segno della Chiesa nel Tempo e nella Storia come Lievito per il pane. In maniera determinante il ruolo di mediazione e accompagnamento di questo processo può e deve essere assunto dagli istituti culturali ecclesiastici – musei, archivi e biblioteche, MAB – tradizionalmente orientati verso la mediazione culturale e l’affermazione valoriale all’interno della società, in direzione di un apprendimento in senso profondo, che allarga l’esperienza della dimensione personale, alla costruzione dell’identità, del carattere, del sistema dei valori. La cornice nella quale operano gli Istituti culturali ecclesiastici li pone come punto di riferimento e mediatori diacronici di cultura, chiamati a diffonderne i semi di uno sviluppo transgenerazionale, di costruzione dello spirito critico e della capacità di conoscenza e comprensione del mondo e della società, contribuendo così alla costituzione di una comunità globale consapevole, attenta, responsabile e corresponsabile, che operi per un welfare culturale sostenibile, generatore di benessere e autentica felicità, valoriale e dalle larghe e lunghe visioni. Così si accompagna un processo che da una comunità educante e capacitante porta verso una comunità competente, che necessita quindi di processi educativi. Una cornice comunitaria dove si condividono parole e discorsi, emozioni e azioni, costruendo la nostra appartenenza ad una storia fondando la possibilità di abitare un mondo comune.

Teatro al museo
Alba - Museo diocesano
Human Library
Brindisi - Biblioteca De Leo
Gruppi di lettura
Roma - Biblioteca Centro Studi Storici Padri Barnabiti

Papa Francesco ancora traccia per noi la strada: la cura del creato -la casa comune-, la cura delle persone, quindi la cura di sé stessi e degli altri, e ultima istanza, ma solo nell’elenco, la cura del rapporto tra Dio, gli esseri umani e la terra. L’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto (BCE) della Conferenza Episcopale Italiana può agevolare la connessione della rete di istituti culturali e dei loro operatori a supporto di quest’iniziativa, favorendo il dialogo tra le comunità e le istituzioni, e direzionando opportunamente le molteplici iniziative promosse nei territori verso un impegno congiunto e coordinato fondato sulla reciproca solidarietà per la realizzazione della casa comune.

Appuntamenti della comunità

Comunità educanti. Condivisione di esperienze
03.02.2025

Comunità educanti. Condivisione di esperienze

Comunità educanti. Riflessioni e prospettive dopo l'incontro del 14 novembre!
19.12.2024

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Comunità educanti: eccoci!
14.11.2024

Comunità educanti: eccoci!

Attività dal territorio

Una bellezza accogliente. Beni culturali ecclesiastici accessibili a tutti

Mercoledì 26 marzo dalle 17.00 alle 18.30 si svolgerà il webinar "Una bellezza accogliente. Beni culturali ecclesiastici accessibili a tutti", a cura dell'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto e del Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della CEI. Si tratta di un momento di riflessione e condivisione di buone pratiche sul tema "arte e accessibilità".
Il webinar sarà accessibile in LIS.

Per seguire andare
a questo link

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Questo il programma (presente anche in allegato)

SALUTI E INTRODUZIONE
Suor Veronica Donatello - Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della CEI
Don Luca Franceschini - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto della CEI

Modera: Rachele Bombace, giornalista Superabile Inail

INTERVENTI
Dott. Christian D'Angiò - Opera di Religione diocesi di Ravenna - Mosaici for All
Paul Gabriele Weston, Referente progetti CEI - Una comunità accogliente

CONDIVISIONE BUONE PRATICHE
Suor Rebecca Nazzaro, direttrice per la Pastorale del Pellegrinaggio della Diocesi di Roma - Per una visita inclusiva
Paolo Galdiero, Caritas Roma - La Vera Bellezza
Marco Pizzio - Esperto Nazionale di Accessibilità UE - Italia, Responsabile Turismo Accessibile di AISM, Membro del Consiglio di Amministrazione di ENAT - Accessibilità come opportunità per cultura e turismo

ARTE E MEMORIA. Viaggio Sensoriale nella Tradizione Sacra della Piana

È partito lunedì 15 aprile 2024 il progetto ARTE E MEMORIA "Viaggio Sensoriale nella Tradizione Sacra della Piana", iniziativa pioneristica lanciata dal Museo Diocesano di Oppido – Palmi, studiata con l'Equipe scientifica dell'Ente Germanò – RSA – Don Loria, con la collaborazione del Rotary Club di Palmi e l'Ufficio Diocesano pastorale persone con disabilità. Il progetto, incoraggiato fortemente dal Vescovo Mons. Giuseppe Alberti, coinvolge persone affette da Alzheimer ospitate all'interno della RSA – Don Loria di Oppido Mamertina, che saranno accolte al Museo diocesano per una serie di incontri in cui il MuDOP, come ha spiegato durante la conferenza stampa il direttore ing. Paolo Martino, favorisce la godibilità dell'arte anche ai più deboli. È un giorno speciale quando il Vescovo Giuseppe fa il suo ingresso nel salone dell'Ente Germanò – RSA – Don Loria. Non è qui solo per presenziare, ma per partecipare attivamente. I pazienti affetti da Alzheimer lo accolgono con uno striscione, con sorrisi timidi e occhi curiosi, pronti ad immergersi in un'esperienza unica. La sala risuona di voci tranquille e del suono gentile dei colori. Il vescovo ascolta tutti e dà inizio al progetto con parole che i pazienti ascoltano con entusiasmo: "Diamo inizio a questo bellissimo viaggio, non lo facciamo andando in luoghi esterni, ma sarà un viaggio dentro la nostra memoria, toccando luoghi, situazioni, persone care. In questo viaggio attraverso l'arte risvegliamo la memoria e con la memoria risveliamo la nostra vita che è bella e che è ricca di tante esperienze che abbiamo fatto e vissuto e che vogliamo rivitalizzare nella mente e nel cuore toccando sentimenti ed emozioni". In ogni paziente c'è una determinazione silenziosa nei loro gesti. L'opera d'arte realizzata insieme non emerge solo dalla mente, ma prende forma attraverso le mani. È la "tela della condivisione", intesa come "spartire" i pesi della vita. È una terapia attraverso l'arte dove ogni mano colorata impressa diventa un momento di connessione con se stessi e con gli altri. Non c'è fretta, solo un sincero desiderio di comprendere e supportare. E quando il lavoro è stato completato, il salone si trasforma in una galleria vivente. Non importa se i tratti sono incerti o se i colori si mescolano in modo inatteso, ciò che conta è l'autenticità dell'opera, il racconto silenzioso di ogni vita vissuta. "Non a caso parliamo di viaggio, perché sappiamo che ogni viaggio diventa più affascinante se la compagnia è giusta e piacevole e noi oggi, metaforicamente parlando, vogliamo immaginarci seduti l'uno accanto all'altro nel viaggio della vita – spiega Maria Teresa Casella, responsabile del MuDOp e referente progetto Arte e Memoria – per condividere e crescere insieme consapevoli che nelle Piccole cose sta il benessere (inteso come stare bene) di tutti, anche quando la vita è pesante e apparentemente senza senso. Compiremo questo viaggio attraverso i sensi che ci mettono in relazione, anche se in misura diversa, facendo affiorare i nostri ricordi legati alla Fede, alla Madonna (in ogni suo titolo), ai Santi, ai quali siamo o siamo stati devoti attingendo, chi più chi meno, al nostro bagaglio spirituale e alle nostre radici. La parola ricordo, come sappiamo deriva dal latino Re-Corde cioè "richiamare al cuore" quindi diciamo: dalla mente al cuore passando per i sentimenti e le emozioni. Proprio sulla base di questo significato abbiamo rivolto il nostro progetto ai pazienti affetti da Alzheimer, una patologia che come ben sappiamo intacca la memoria in maniera permanente. Tuttavia, molti studi hanno dimostrato come l'arteterapia in ogni sua forma appaia per questi pazienti uno strumento molto valido per contrastare i deficit cognitivi e i conseguenti disturbi psicologici che ne derivano, quali ad esempio l'ansia e la depressione. Attraverso l'arte – conclude – vogliamo arrivare alla mente ed al cuore di ognuno di loro facendogli scoprire nuove percezioni". Il progetto si snoda attraverso altri 5 incontri (alcuni al Museo e altri nella struttura RSA) durante i quali i pazienti vivranno l'arte in diverse forme: dalla pittura, alla fotografia, alla danza, alle tradizioni sulla fede. Ecco che quindi il Museo Diocesano diventa più di una semplice istituzione culturale della Chiesa. Diventa un luogo di cura e di inclusione, dove l'arte diventa il ponte che unisce le persone, indipendentemente dalle sfide che la vita possa porre loro davanti. "Piccoli passi per contribuire a costruire il ben-essere di tutti". È lo slogan del progetto sottolineato più volte dal direttore del MuDOp, ing. Paolo Martino, ma questo progetto fatto di piccoli passi ci ricorda anche l'importanza di rallentare, di ascoltare e di celebrare la bellezza che risiede nelle sfumature più piccole della vita. E in questo spazio di condivisione e di creatività, anche la malattia perde un po' del suo peso, lasciando spazio alla gioia e alla speranza. Calendario degli incontri: Venerdì 19 aprile 2024: laboratorio manuale a cura della prof.ssa Rosa Anna Cartisano e della sig.ra "ottantenne" Anna Maria Spaghetto pittrice e maestra di pittura. Venerdì 10 maggio 2024: laboratorio di arte fotografica a cura della dott.ssa Mara Parisi. Lunedì 13 maggio 2024: laboratorio di memoria a cura dell'RSA con preghiere, canzoncine e tradizioni (con le quali realizzeremo un opuscoletto alla fine del progetto). Lunedì 20 maggio 2024: laboratorio di musica e danza a cura della dott.ssa Rosa Valentina Martino. Lunedì 3 giugno 2024: evento conclusivo "Mantenere il tempo" laboratorio a cura della dott.ssa Sonia Falcone.

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Finalmente faccio un lavoro vero
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Comunità educanti e inclusione. Iniziative degli Istituti culturali ecclesiastici
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