Chiesa di Santa Maria Regina della Valle

Beni architettonici

Chiesa di Santa Maria Regina della Valle

chiesa parrocchiale
Via G. Martucci 7/B - Valle Martella - Zagarolo (RM)
Parrocchia di Santa Maria Regina della Valle - Diocesi di Palestrina
Regione ecclesiastica Lazio

La costruzione di una nuova chiesa, dimensionalmente adeguata alla popolazione di Valle Martella, è un’esigenza fortemente sentita dall’intera comunità fin dai primi anni Duemila. La rapida espansione demografica di tale frazione, sviluppatasi negli anni Settanta in modo spontaneo e attualmente tra le più popolose del comune di Zagarolo, ha richiesto di ripensare gli spazi in dotazione della parrocchia, determinando la necessità di nuovi ambienti per le celebrazioni e per le opere pastorali.

La parrocchia di Santa Maria Regina della Valle – istituita nel 1980 ed eretta canonicamente con decreto del 2 febbraio 1981 da mons. Renanto Spallanzani (1975-1986) – fino alla realizzazione della nuova chiesa, disponeva di un unico fabbricato residenziale di circa 240 mq che ospitava, al piano terra, una sala destinata alle celebrazioni liturgiche, la sacrestia e alcuni uffici parrocchiali e, al piano primo, la casa canonica.

Don Romolo Sabbi, alla guida della parrocchia fino al 2014, ha assunto un ruolo decisivo nella formazione e nella crescita della comunità parrocchiale manifestando, durante l’episcopato di mons. Domenico Sigalini (2005-2017), l’urgenza di un’aula liturgica più dignitosa e capiente e di nuovi spazi di aggregazione, dei quali la frazione risultava priva.

La dinamica demografica di Valle Martella, tuttavia, ha caratterizzato anche i circostanti comuni di San Cesareo e Cave. Negli anni del medesimo episcopato, infatti, per tali comuni la programmazione diocesana aveva previsto rispettivamente la realizzazione di un ampliamento della chiesa parrocchiale di San Giuseppe (non realizzato) e la costruzione del nuovo complesso parrocchiale della Santissima Trinità e San Bartolomeo (ultimato nel 2015).

La diocesi, nell’accogliere positivamente anche le motivazioni dell’urgenza della comunità di Valle Martella, nel 2007 opera una revisione delle priorità pastorali all’interno della programmazione degli interventi edilizi avviati nei confini territoriali, che comporta un primo rallentamento dell’iter. Nel 2011 l’ente presenta la candidatura del progetto del complesso parrocchiale di Santa Maria Regina della Valle (chiesa e locali di ministero pastorale) alla sesta edizione dei Progetti Pilota indetti dalla CEI, non risultando però tra le richieste selezionate. Di conseguenza, pur nell’intenzione di avviare una procedura concorsuale, per necessità non indifferibili e per semplicità procedurale nel 2013 la diocesi affida l’incarico diretto di progettazione al medesimo gruppo di professionisti del territorio cui era stato affidato l’incarico per il suddetto intervento nel comune di San Cesareo, coordinato dall’architetto Guglielmo Carpentieri. Il progetto prevede anche il recupero del fabbricato esistente, da destinare alla sola abitazione del parroco. Solo nel 2016 viene avviata la procedura definitiva per la realizzazione della chiesa e delle opere pastorali.

L’intero cantiere si sviluppa tra il 2017 e il 2020. I lavori per la costruzione del solo edificio di culto si concludono nel dicembre del 2019, con la solenne celebrazione di dedicazione presieduta da mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Palestrina dal 19 febbraio 2019[1], concelebrata dall’attuale parroco don Ramón Bravo, alla guida della parrocchia dal 2017, da don Romolo Sabbi e dai parroci delle parrocchie limitrofe.

 

[1] Amministratore Apostolico della diocesi suburbicaria di Palestrina dal 2017 al 2019, nominato vescovo da Papa Francesco il 19 febbraio 2019, in seguito all’unione in persona Episcopi delle Diocesi di Tivoli e di Palestrina

Caratteri architettonici

In un contesto di palazzine basse, villini e case unifamiliari, con interposte ampie aree di verde privato, la realizzazione del complesso parrocchiale di Santa Maria Regina della Valle rappresenta non soltanto la possibilità di creare un riferimento paesaggistico, ma anche l’occasione di riqualificare una porzione di territorio, ponendosi come centralità urbana per lo sviluppo della comunità.

Nel caso specifico di Valle Martella, la riconoscibilità dell’edificio è affidata sia alle volumetrie compatte e monolitiche, che rendono il complesso autonomo rispetto al contesto rurale, sia alla posizione sopraelevata rispetto alla strada di accesso (circa 90 centimetri di dislivello). Il volume dell’edificio di culto, cruciforme, e il volume dei locali di ministero pastorale, a L, si dispongono attorno a un cortile interno, più riservato, luogo di incontro per gli abitanti della frazione. Sebbene non ci siano rimandi diretti al contesto, le linee semplici che generano tale matrice planimetrica rigorosa richiamano le direttrici ortogonali dell’insediamento. L’intero edificio è rivestito con intonaco bianco, posto unicamente in contrasto con il color antracite degli infissi: tale finitura ne accentua la presenza all’interno di un paesaggio urbano la cui edilizia risulta priva di forte carattere.

Approfondisci

Processi e contesti

La costituzione della comunità parrocchiale di Santa Maria Regina della Valle è strettamente legata all’attenzione pastorale del parroco don Romolo Sabbi. Per oltre vent’anni, don Romolo utilizza come unico luogo dell’azione pastorale il piano terra di un edificio residenziale situato in via Martucci, successivamente adibito a sala per le celebrazioni liturgiche, di proprietà della parrocchia e sede della stessa fin dalla costituzione (1981).

Durante l’episcopato di mons. Domenico Sigalini (2005-2017) la popolazione della frazione raggiunge circa 4000 unità, destinate ad aumentare, secondo le previsioni degli strumenti urbanistici, di oltre 2000 unità. I poco più di sessanta posti disponibili nell’aula e la totale assenza di spazi adeguati allo svolgimento delle attività parrocchiali diventano quindi insostenibili per la comunità di Valle Martella. Sotto la spinta del parroco si avviano le prime interlocuzioni con la curia e con gli uffici diocesani per la costruzione di un’aula liturgica adeguatamente dimensionata e delle opere parrocchiali, con l’intento di recuperare anche il fabbricato esistente da destinare alla casa canonica.

Approfondisci

Progetto liturgico e programma iconografico

Il percorso verso il centro dell’azione liturgica si sviluppa attraverso una sequenza di spazi contraddistinti da intensità diverse, che trova origine all’esterno dell’edificio. Il passaggio attraverso tali spazi è infatti mediato da “filtri”, che convogliano i flussi delle azioni rituali tramite compressioni e dilatazioni, generando emotività molteplici.

Il primo, costituito dalla gradinata di accesso al sagrato, delle stesse dimensioni del portale e posta in asse rispetto alla facciata, permette di elevare il complesso dalla quota urbana: il superamento del limite ambientale consente di individuare una prima “soglia” che determina il confine tra lo “spazio sacro” e l’intorno, benché il primo faccia ancora parte del secondo. Tale limite definisce lo spazio di “protezione” e di “rifugio”, che diventa, in questo caso, anche uno spazio di relazione. Ulteriore filtro è il raccordo tra l’ampio sagrato e l’ingresso – o seconda “soglia”– resa plastica dallo smusso d’angolo del portale, che segnala l’invito ad entrare nell’atrio, mediando il passaggio tra esterno e interno, “significativo dell’accoglienza materna della Chiesa”[3]. Il terzo, costituito dall’ampia area che precede il transetto, ancora libera dai banchi, è un ambito di attesa e preparazione alla celebrazione dei riti. A seguire il raccordo tra il transetto – vera e propria aula liturgica abitata dal popolo di Dio – e l’area presbiteriale, luogo del sacrificio eucaristico, che unisce gli spazi dove il “sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo” (Lumen Gentium 10). Infine l’ultimo, l’abside, di raccordo tra l’altare e “l’oltre”, a simboleggiare e ricercare la presenza di Dio.

Attraverso tali spazi, la tensione è gradualmente rivolta verso il luogo del sacrificio, convogliata dal movimento ascendente della copertura, che, con andamento curvilineo, raggiunge la quota più alta in corrispondenza del presbiterio, e, in particolare, dell’abside, a completare il collegamento dinamico che fa dell’edificio-chiesa una “icona escatologica”[4].

 

[3] Nota Pastorale della Commissione Episcopale per la Liturgia “La progettazione di nuove chiese” (1993), 21

[4] Nota Pastorale della Commissione Episcopale per la Liturgia “L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica” (1996), 13

Approfondisci
  • Sottoscrizione incarico progettazione [2013]
  • Sottoscrizione incarico progettazione opere artistiche [2013]
  • Approvazione progetto da parte del Comitato della CEI [30 giugno 2016]
  • Rilascio titolo abilitativo [19 settembre 2016]
  • Inizio lavori [3 aprile 2017]
  • Posa della prima pietra [16 aprile 2017]
  • Consegna alla comunità e dedicazione [15 dicembre 2019]
  • Fine lavori intero complesso [30 settembre 2020]
  • Pianta, larghezza transetto [24,50 m ca]
  • Pianta, lunghezza navata [23,90 m ca]
  • Pianta cappella feriale, sagoma interna [lunghezza 9,50 m ca, larghezza 8,40 m ca]
  • Interno aula liturgica [altezza minima 7,50 m ca, altezza massima 12,10 m ca]
  • Prospetto principale [altezza massima 13,00 m ca]
  • Campanile [altezza 23,00 m ca]

Ruoli e professionalità

Cronologia

  • Sottoscrizione incarico progettazione [2013]
  • Sottoscrizione incarico progettazione opere artistiche [2013]
  • Approvazione progetto da parte del Comitato della CEI [30 giugno 2016]
  • Rilascio titolo abilitativo [19 settembre 2016]
  • Inizio lavori [3 aprile 2017]
  • Posa della prima pietra [16 aprile 2017]
  • Consegna alla comunità e dedicazione [15 dicembre 2019]
  • Fine lavori intero complesso [30 settembre 2020]

Dimensioni architettoniche

  • Pianta, larghezza transetto [24,50 m ca]
  • Pianta, lunghezza navata [23,90 m ca]
  • Pianta cappella feriale, sagoma interna [lunghezza 9,50 m ca, larghezza 8,40 m ca]
  • Interno aula liturgica [altezza minima 7,50 m ca, altezza massima 12,10 m ca]
  • Prospetto principale [altezza massima 13,00 m ca]
  • Campanile [altezza 23,00 m ca]
Autore della scheda
Arch. Lorella Palumbo

Altre opere

Sezioni del sito

Selezione lingua

  • Italiano
  • English
  • Deutsch
  • Français
  • Español