Chiesa di San Martino Vescovo

Beni architettonici

Chiesa di San Martino Vescovo

chiesa parrocchiale
Via Pasquale Borrelli - San Martino - Chieti (CH)
Parrocchia di San Martino Vescovo - Diocesi di Chieti - Vasto
Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise

La porzione settentrionale del quartiere di Chieti Scalo si sviluppa nel Dopoguerra in seguito a una significativa crescita dell’industria manifatturiera proseguita fino agli anni Settanta. L’espansione dell’edificato nel territorio parrocchiale segue nel tempo due direttrici: la strada statale 5 (via Tiburtina Valeria) e l’asse che collega la suddetta strada alla chiesa storica di San Martino Vescovo. La conseguente crescita dell’insediamento richiede, a partire dagli anni Novanta, una diversa struttura per la cura pastorale. La chiesa storica dedicata a San Martino Vescovo, costruita nel 1920 ed elevata in parrocchia dall’arcivescovo Giuseppe Venturi (1931-1947) con decreto del 7 marzo 1946, si dimostra ben presto insufficiente ad accogliere la crescente popolazione.

Alla fine degli anni Novanta, il parroco don Domenico Saraceni si fa portavoce della necessità di un’aula liturgica adeguatamente dimensionata per la comunità parrocchiale e di nuovi spazi per le attività pastorali. L’ordinario diocesano del tempo, card. Edoardo Menichelli (1994-2004), accoglie la richiesta inserendola all’interno di un programma pastorale più ampio, che prevede la realizzazione di quattro nuove chiese nell’arcidiocesi di Chieti-Vasto, in quartieri segnati dalle stesse dinamiche urbanistiche e dalla carenza di strutture capienti. Tra gli obiettivi del programma trovano particolare rilevanza il miglioramento della qualità dello spazio urbano e la realizzazione di simboli paesaggistici in grado di caratterizzare i territori, rafforzando il senso di appartenenza per le relative comunità. Le cittadine dell’arcidiocesi vedono pertanto ridisegnato un diverso assetto dei territori parrocchiali e degli edifici di riferimento. La strategia intrapresa da mons. Menichelli di riarticolare le circoscrizioni parrocchiali e costruire le rispettive sedi è proseguita da mons. Bruno Forte, arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto dal 2004.

Si delineano così anche le basi per la costruzione della chiesa di San Marco Evangelista a Vasto (inaugurata nel 2009), della chiesa di Santa Maria del Sabato Santo a Vasto (inaugurata nel 2012, sede dell’omonima parrocchia fondata nel 2001 da mons. Menichelli in seguito alla fusione della parrocchia dell’Immacolata e della parrocchia di Sant’Antonio Abate) e della chiesa di San Rocco a San Giovanni Teatino (in fase di ultimazione). Quest’ultimo complesso, la cui realizzazione è affidata all’architetto Mario Botta, vuole essere non solo una soluzione alla mancanza di strutture capienti, ma anche un tentativo di elevare il centro economico posto tra Chieti e Pescara da anonima periferia disordinata a nuovo “riferimento simbolico e monumentale, centro di aggregazione sociale e religioso”[1]. È inoltre attualmente in costruzione anche il complesso parrocchiale Santi Angeli Custodi a Francavilla al Mare.

Il complesso parrocchiale di San Martino Vescovo a Chieti Scalo, terzo in termini temporali ad essere edificato tra le opere inizialmente volute da mons Menichelli e inaugurato il 9 agosto 2020, è l’esito di un iter durato circa vent’anni. È costituito da un’aula di 610 mq, 11 aule per il catechismo, un salone parrocchiale di 498 mq e una casa canonica. Il rito di dedicazione della chiesa è celebrato da mons. Bruno Forte, concelebrato dal nuovo parroco don Sabatino Fioriti, alla presenza delle maggiori autorità civili e dell’intera comunità. Con l’inaugurazione della nuova chiesa, che acquisisce il titolo di parrocchiale, alla chiesa storica di San Martino Vescovo è affidato il titolo di sussidiaria.

 

[1] Per approfondimenti sulla chiesa di San Rocco: https://www.parrocchiasambuceto.it/old/?wpfb_dl=14

Caratteri architettonici

Il sito si trova al margine della strada provinciale che collega il quartiere alla città di Chieti, in un’area segnata ancora da un carattere agricolo, ma destinata a svilupparsi urbanisticamente, sia per l’orografia pianeggiante sia per la vicinanza a importanti assi viari come l’autostrada Chieti-Pescara e la strada statale 5. La bassa densità edilizia delle immediate vicinanze rende la zona priva di forte identità e di elementi architettonici con i quali relazionarsi. Ai progettisti spetta quindi il difficile compito di ideare uno spazio liturgico a scala urbana, in grado di rappresentare anche un luogo riconoscibile per il quartiere (punti cardine della strategia costruttiva in atto nei territori della diocesi). La scelta, pertanto, è quella di aprire il complesso verso Est, ovvero verso le direttrici di accesso all’area. Il sagrato intercetta tali direttrici e i volumi della chiesa e del campanile, che vi si affacciano, caratterizzano il contesto urbano diventando simboli di una nuova centralità, luogo di incontro “pubblico” per la comunità ma al tempo stesso ambito riservato e protetto. Lo spazio che meglio interpreta tale luogo è il “chiostro”, posto tra la chiesa e i locali di ministero pastorale, ridisegnato in chiave contemporanea: aperto.

Approfondisci

Processi e contesti

Il complesso parrocchiale di San Martino Vescovo a Chieti Scalo è l’esito di un lungo processo che trova le origini nella seconda metà degli anni Novanta, con la costituzione del “Comitato pro erigenda ecclesia”, coordinato dal parroco don Domenico Saraceni. Durante la fase di reperimento di un’area adatta alla costruzione, si avviano le prime interlocuzioni con il Comune di Chieti, che indica come unico lotto idoneo (come da previsioni del PRG del 1976) un’area di circa 2250 mq posta centralmente rispetto a un insediamento di edilizia economica e popolare, nei pressi di via Salvo d’Acquisto. Il lotto risulta però troppo piccolo per ospitare un intero complesso a servizio di un insediamento totale previsto di circa 7000 abitanti. Le ricerche di un’ulteriore area portano all’acquisto, nel 1995, di un terreno situato in via Borrelli, che impegna la parrocchia per circa dieci anni. Tale terreno, urbanisticamente non idoneo, è oggetto di deroga al PRG con una Delibera del Consiglio Comunale del 2007. La Delibera contiene come allegato integrante e sostanziale il progetto dell’intero complesso architettonico affidato inizialmente a uno studio di ingegneria di fiducia della parrocchia.

Nel 2010 la diocesi presenta la richiesta di contributo alla Conferenza Episcopale Italiana. Tuttavia nello stesso anno il decesso improvviso del parroco causa un’ulteriore sospensione dell’iter. L’ordinario diocesano mons. Bruno Forte (arcivescovo dal 2004) affida al parroco di Altino, don Sabatino Fioriti, il duplice incarico di “costruire la chiesa di pietre viventi e la chiesa di pietre materiali, da offrire come casa di preghiera e centro dove far crescere la comunità”[3].

 

[3] Dall’omelia di mons. Bruno Forte nel rito di dedicazione della chiesa

Approfondisci

Progetto liturgico e programma iconografico

L’aula liturgica è parte integrante di una sequenza di spazi segnati da intensità ed emotività diverse che trova origine nel sagrato. Lo spazio esterno, infatti, dilatato verso il quartiere, converge verso la “soglia” dell’edificio, già racchiusa tra “le membra” della chiesa, che introduce allo spazio celebrativo avvolto da superfici curvilinee, a loro volta convergenti verso il fulcro dell’azione liturgica.

I concetti di “taglio”, “tempio” e “recinto” (inteso come luogo accogliente), hanno guidato le scelte architettoniche della chiesa. Tali concetti si riflettono nel disegno di un’aula originato dai suddetti setti curvi che, partendo dall’abside, avanzano disegnando un “grembo accogliente”[5] dove, di contro, tutti gli elementi convergono verso il presbiterio. Prima tra tutti l’assemblea che, articolata secondo quattro settori di banchi, presenta una leggera convergenza verso il luogo del sacrificio eucaristico. Viene così a conformarsi uno spazio avvolgente dove il “sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale sono ordinati l’uno all’altro, poiché l’uno e l’altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo” (Lumen Gentium 10).

 

[5] Dalla relazione di progetto, gennaio 2015

Approfondisci
  • Sottoscrizione incarico progettazione [2014]
  • Sottoscrizione incarico progettazione opere artistiche [2018]
  • Approvazione progetto da parte del Comitato della CEI [febbraio 2015]
  • Rilascio titolo abilitativo [27 marzo 2015]
  • Inizio lavori [7 dicembre 2015]
  • Consegna alla comunità e dedicazione [9 agosto 2020]
  • Fine lavori intero complesso [10 ottobre 2020]
  • Pianta, sagoma interna [lunghezza media 22,95 m ca, larghezza media 21,25 m ca]
  • Pianta cappella feriale, sagoma interna [lunghezza media 8,00 m ca, larghezza media 5,50 m ca]
  • Pianta battistero, sagoma interna [larghezza media 5,28 m ca]
  • Interno aula liturgica [altezza minima 7,00 m ca, altezza massima 13,00 m ca]
  • Prospetto principale [altezza massima 13,00 m ca]
  • Campanile [altezza 18,00 m ca]

Ruoli e professionalità

Cronologia

  • Sottoscrizione incarico progettazione [2014]
  • Sottoscrizione incarico progettazione opere artistiche [2018]
  • Approvazione progetto da parte del Comitato della CEI [febbraio 2015]
  • Rilascio titolo abilitativo [27 marzo 2015]
  • Inizio lavori [7 dicembre 2015]
  • Consegna alla comunità e dedicazione [9 agosto 2020]
  • Fine lavori intero complesso [10 ottobre 2020]

Dimensioni architettoniche

  • Pianta, sagoma interna [lunghezza media 22,95 m ca, larghezza media 21,25 m ca]
  • Pianta cappella feriale, sagoma interna [lunghezza media 8,00 m ca, larghezza media 5,50 m ca]
  • Pianta battistero, sagoma interna [larghezza media 5,28 m ca]
  • Interno aula liturgica [altezza minima 7,00 m ca, altezza massima 13,00 m ca]
  • Prospetto principale [altezza massima 13,00 m ca]
  • Campanile [altezza 18,00 m ca]
Autore della scheda
Arch. Lorella Palumbo

Sezioni del sito

Selezione lingua

  • Italiano
  • English
  • Deutsch
  • Français
  • Español